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Cosa Faccio, Come lo Faccio e Perchè.

Definirsi oggi è complesso, poiché spesso confondiamo ciò che facciamo con ciò che siamo.

Per molti anni mi sono sentito un po' come Clark Kent che, solo mettendo e togliendo gli occhiali, passa dall'essere un giornalista a diventare Superman, senza che nessuno lo riconosca. Così io indossavo tanto la giacca del bancario che quella dello Stregone, inteso nel senso più eclettico e serio del termine, senza, a quanto pare, che nessuno si accorgesse che erano la stessa persona.

Nessuno tranne me, che non mi dono mai sentito di cambiare solo per il ruolo con cui venivo etichettato.

La Magia mi ha sempre affascinato: trovo straordinario che esista un mondo, che attraversa la nostra realtà e ne costituisce la base, la struttura, fatto di energie che gli esseri umani possono cogliere e cavalcare, anziché viverle passivamente.

"Mago" è un termine che deriva dal greco e significa "sapiente", nulla a che vedere dunque con la superstizione o certi immaginari fantasy. Chi segue questa via studia, si documenta, indaga e cerca di capire. Non osteggia la scienza, ma ne fa strumento per affinare l'indagine, senza tuttavia confondere il mezzo col fine, come temo spesso avvenga oggi.

La fisica quantistica è una delle nuove frontiere della nostra sapienza, come lo è la neonata psicologia ed entrambe convergono verso la conferma di conoscenze che l'uomo si tramanda dagli albori della sua storia e che si dimostrano ogni giorno più esatte di quanto a molti piaccia ammettere.

A volte mi è stato chiesto il perché di questo rifiuto così diffuso per il mondo esoterico. Da un lato credo ci sia dietro indubbiamente un fattore storico, legato al diffondersi del cristianesimo e al consolidarsi del paradigma cartesiano, in virtù del quale abbiamo deciso di dividere scienza e spirito, facendo enormi balzi in avanti dal punto di vista tecnologico, ma, forse, smarrendo un po' la filosofia, l'etica, il senso delle nostre scoperte...

Ma dall'altro sono persuaso che ci siano dei poteri ai quali non giova il ritorno dei "maghi". Essere un esoterista non significa (solo) accedere a conoscenze e "poteri magici", ma soprattutto fare un percorso su di sé per conoscersi e calarsi all'interno del cosmo, trovando il proprio posto nel mondo, la propria "missione" e seguirla con dedizione e felicità. Questo comporta grande responsabilità, consapevolezza e, infine, libertà da tutto ciò che cerca di etichettarci, standardizzarci, imbrigliarci in frasi come "si è sempre fatto così" e "è giusto, si sa", "per essere buono devi comportarti in questo modo e soprattutto obbedire"... Essere mago, sciamano, stregone o anche solo sapiente, saggio, comporta essere liberi, ragionare con la propria testa ed assumersi la responsabilità di ciò che creiamo. 

Quindi una delle mie missioni è rispolverare questi concetti di "Magia", "Esoterismo", "Shamanesimo", pulendoli dai preconcetti e da immaginari errati, riconducendoli alla loro reale natura, cioè alla percezione di esseri umani di nuovo interi, che si dedicano alla vita non per settori, ma riuscendo a intuirne l'insieme. Qualcosa che si sta realizzando sicuramente già nel nostro quotidiano, con la riscoperta dell'olismo, cioè una visione dell'uomo, della natura, della materia e dello spirito, non più come ambiti separati, ma come realtà compenetrate che agiscono l'una sull'altra e insieme, nella costante evoluzione della realtà.

Per fare questo continuo costantemente a indagare, studiare, sperimentare e poi a cercare di condividere quanto appresso, spaziando in ambiti diversi, anche se, dal mio punto di vista, tutti interconnessi.

Ho citato gran parte dei miei percorsi nella sezione "CHI" di questo sito e, credo, dichiarato qui abbastanza esplicitamente quale credo sia la mia "missione" principale, attraverso la quale ho il piacere e la fortuna di poter spesso essere d'aiuto alle persone che si rivolgono a me, sia individualmente che nei miei corsi.

Ognuno ha la sua strada: siamo tutti prodotto della stessa, unica, straordinaria "fonte", ma ciascuno con le sue peculiarità e spesso è proprio individuarle la parte difficile. E a volte, scambiamo questo percorso per una perdita di tempo, anziché vedere che si tratta proprio della strada da percorre per arrivare a capire chi siamo. 

Io, per esempio, ho dovuto trascorrere quasi quindici anni in banca, in un lavoro che non mi apparteneva completamente, per trovare i miei talenti e il modo di esprimerli. Ma se non avessi fatto quel percorso, assieme agli altri, non  sarei stato in grado davvero di capire chi sono e cosa so fare. Il tempo è perso solo se non c'è consapevolezza.

Di seguito una breve descrizione di quegli ambiti, per coloro i quali non li conoscessero, che hanno contribuito a far emergere i miei talenti. Ho incluso, quando possibile, i riferimenti specifici di coloro presso i quali mi sono formato, che rimangono, dal mio punto di vista, degli straordinari Maestri, ai quali riservo la mia stima e gratitudine.

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