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Rituali (La Ruota dell'Anno)

Come purtroppo spesso avviene oggi davanti a molti termini esoterici, anche di fronte alla parola "rituale" tendiamo a porci sulla difensiva, trascinati nell'immaginario di riti satanici, massonici o cialtroni, come quelli delle peggio televendite.

In realtà la parola "rituale" ha uno stretto collegamento con il vocabolo "ritmo".

Un rituale è un mezzo attraverso il quale, mediante l'utilizzo di simboli, permettiamo al nostro inconscio di accordarsi con il nostro conscio, per "danzare" al giusto ritmo.

Non esiste incantesimo che potenzialmente qualunque essere umano non possa realizzare senza bisogno di alcuno strumento se non di sé stesso. Tuttavia questo richiede una perfetta conoscenza di sé e del proprio campo energetico, oltre che di quello universale che permea ogni cosa. Condizione piuttosto rara che abbiamo visto nei grandi illuminati come Gesù, Buddha, Maometto...

Per semplificare l'operazione, dunque, da sempre l'uomo ricorre ai rituali: operazioni, sapientemente costruite con un intrecci di simboli potenti, che permettano di ricreare nel piccolo ciò che si desidera realizzare nel grande.

Un esempio lampante di come funzioni per noi un rituale sono i giochi dei bambini, che in piedi su una scala si trovano in cima ad una torre, con un pezzo di carta fanno una corona e con una coperta un mantello con cui volare.

Il Rito, se consapevolmente costruito, non fa altro che questo: ci permette di entrare in contatto con le parti profonde di noi e poi con l'energia del cosmo, da un punto di vista non solo mentale, ma anche sottile.

Quando un mago versa del sale nell'acqua e la chiama mare, non fa altro che informare il suo inconscio che ora useranno quel'energia per accordarsi ad essa, quando accende una candela di un colore piuttosto che di un altro, attua lo stesso procedimento, di modo che l'operazione che si accinge a realizzare non coinvolga solo il suo piccolo conscio, ma anche il potente inconscio...

Ma ben prima delle operazioni magiche, i rituali nascono nella storia più antica dell'umanità, con una finalità più basica, cioè accordare il proprio ritmo a quello del cosmo. L'uomo da sempre si riunisce, in date particolari dell'anno, per celebrare, con la sua comunità, il passaggio da una fase al'altra dell'anno, in modo da riconnettersi a quel ritmo naturale che talvolta vorremmo scavalcare, nel nostro tipico atto di superbia, a causa del quale riteniamo di poter fare meglio della natura...

Così, sulla scia di questa tradizione antichissima, io ho sempre celebrato per me quelli che sono gli otto sabbat principali della "ruota dell'anno". Otto momenti collegati all'antico calendario agricolo, che suddividono le stagioni in maniera leggermente diversa dalla nostra attuale scansione astrologica.

Il capodanno era il 31 di ottobre, con la festa di Shamain, una notte speciale in cui il velo che divide i vari piani dell'esistenza si assottiglia, aprendo, in particolare, i cancelli dei mondi ctoni, consentendo agi spiriti inferi di tornare per una notte nel nostro regno umano. Da qui la tradizione celtica di Halloween, ben prima che diventasse la festa commerciale che in molti conoscono. La vigilia di Ognissanti si celebrava l'inizio dell'inverno, che avrebbe raggiunto il suo culmine a Yule, con il solstizio d'inverno.

Imbolc, il due febbraio, dedicato a Brigit, apriva le porte alla primavera, in una magica notte in cui di nuovo il velo tra i mondi si assottigliava, per incontrare gli spiriti che avrebbero vegliato su di noi per il resto dell'anno.

Ostara, all'equinozio di primavera, ne segnava il culmine, per prepararci all'arrivo di Beltane, che noi conosciamo come calendimaggio, coi suoi fuochi e i suoi riti legati allo ierosgamos, che apriva le porte all'estate.

Il 21 di giugno, al solstizio d'estate, si celebrava l'apice di questa stagione, con Litha.

L'inizio dell'autunno era segnato da Lughnasad, la festa del dio del fuoco e dei cavalli, che ci introduceva al tempo del raccolto, che raggiungeva il suo culmine all'equinozio autunnale con Mabon.

Da qui si raccoglievano le scorte per prepararsi al ritorno dell'inverno con Shamain, in una ciclicità rassicurante che attribuiva ad ogni tempo il suo spirito e le sue azioni, in accordo con il ritmo della natura e il bioritmo dell'uomo che ancora se ne sentiva figlio.

La ruota dell'anno è presente in tutte le culture occidentali e sopravvive nelle feste cristiane (Shamain è diventato il giorno dei morti, Yule Natale, Imbolc la Candelora, Ostara Pasqua... e così via) oltre che nelle tradizioni folkloristiche di ogni zona d'Italia, con riti diversi, nomi variabili, ma la stessa matrice simbolica, oggi forse rimasta davvero viva e consapevole solo nei ricordi degli anziani.

Dall'ottobre del 2019, assieme alla collega, Laura Cappellaro, abbiamo deciso di offrire a chiunque volesse, la possibilità di conoscere questa ritualità, organizzando delle serate nei pressi delle stesse, per descriverne le caratteristiche e poi provare a celebrarle insieme, riconnettendosi a queste ancestrali tradizioni.

Poi le serate sono diventate un Percorso di crescita personale.

Dal 2023 tengo il percorso con l'amica Ariella Colavizza. Nella sezione "Corsi - La Ruota dell'anno" puoi trovare tutte le indicazioni.

Chi volesse approfondire un po' i significati degli otto sabbat, troverà in questa sezione qualche informazione più specifica cliccando sulle rispettive immagini.

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